Obiettivi

Gli obiettivi principali del progetto FONTANAPULIA sono:

  1. studio e applicazione di procedure innovative per la sintesi di nanomateriali ad elevata attività fotocatalitica;
  2. definizione di mezzi e processi per la produzione dei nanomateriali, già sperimentati su scala di laboratorio, su scala pilota (1-5 Kg);
  3. studio di tecniche di immobilizzazione dei nanomateriali fotocatalitici su opportuni supporti solidi;
  4. progettazione e caratterizzazione di sistemi fotocatalitici prototipali integrabili su impianti di abbattimento pilota;
  5. progettazione e realizzazione di un impianto pilota per l’abbattimento fotocatalitico di inquinanti organici prioritari ed emergenti in varie tipologie di acque (acqua di falda contaminata, acque di scarico urbane, acque di scarico industriali);
  6. sviluppo di sistemi ultrasonori per il controllo del processo di abbattimento (con particolare riferimento al controllo della stabilità del sistema fotocatalitico);
  7. sviluppo di nuove metodiche per l’analisi qualitativa e quantitativa del carico inquinante in acque di scarico;
  8. studio di impatto ambientale e di Life Cycle Assessment (LCA) sempre più richiesto dalla Comunità Europea per la valutazione dell’impatto ambientale di nuove tecnologie di depurazione quali la tecnologia FONTANAPULIA.

Nel corso del progetto FONTANAPULIA verrà realizzato un impianto pilota innovativo, con capacità depurativa pari a 1-10 m3/h, per l’abbattimento di inquinanti prioritari ed emergenti in diverse tipologie di acqua contaminata: acqua di falda contaminata, acque di scarico urbane e acque di scarico industriali. L’impianto pilota verrà collaudato su siti industriali realmente inquinati, dove esistono effettive esigenze di depurazione delle acque difficilmente risolvibili con tecnologie convenzionali, per verificare l’efficacia depurativa della soluzione tecnologica proposta.

Si prevede di utilizzare il prototipo pilota per:

  • la bonifica di acqua di falda contaminata da inquinanti organici prioritari (policlorobifenili presenti in alcuni pozzi dell’Area di Crisi Ambientale di Taranto);
  • la rimozione di tensioattivi da un’acqua di scarico di un insediamento industriale nell’area di Bari.